Il Germanico di Amelia, capolavoro in bronzo custodito all’interno del Museo Archeologico della città umbra, è una miniera di interessanti letture che narrano, oltre alla storia del compianto generale mai vinto in battaglia, anche altri avvenimenti che fanno parte dei cicli mitologici della mitologia greca.
GERMANICO: UNA STORIA CONDIVISA COI GRANDI GUERRIERI DEL MITO GRECO
Questi racconti, vengono narrati nelle decorazioni dell’imponente lorica in cui viene rappresentato Germanico Cesare nella splendida statua e che, in una certa maniera, servono ad avvicinare il condottiero romano ai grandi interpreti della mitologia greca.
Salendo al secondo piano del Museo Archeologico di Amelia ci si trova d’innanzi alla maestosa magnificenza del bronzo e, una volta che lo sguardo cade sui particolari della lorica, non si può non notare della raffigurazione dell’agguato a Troilo per mano di Achille.
L’AGGUATO DI ACHILLE A TROILO
Abbiamo diverse versioni dell’agguato di Achille a Troilo, quello che è certo, nel poema omerico, è che il principe Troilo era figlio prediletto di Priamo ed Ecuba e che un oracolo aveva predetto che se avesse compiuto vent’anni, Troia non sarebbe mai stata conquistata.
Troilo venne ucciso da Achille e che Troia venne, infine, conquistata.
A essere in discussione è il “come” Troilo sia morto per mano del guerriero più importante della mitologia greca.
LA MORTE DI TROILO: DUE VERSIONI PER UNA FINE COMUNE
Nell’Iliade, Priamo ne parla come di “una furia di guerra” nonostante la giovanissima età, quindi è lecito pensare che la raffigurazione presente nella lorica del Germanico di Amelia, sia riferita a questo momento fondamentale della battaglia. Due soldati, Achille e Troilo, accomunati da una grande destrezza e potenza, che combattono fino alla morte.
Le versioni, concordano sul fatto che sia stato trafitto con una spada, ma in alcuni casi si racconta di una morte avvenuta dopo un rifiuto sessuale avanzato da Achille, mentre in altre si narra di come il giovane troiano sia morto valorosamente in battaglia.
In altre versioni Troilo viene invece descritto come un giovane bellissimo, ed è questo il motivo per cui Achille si invaghisce di lui a tal punto da non sopportarne il conseguente rifiuto che lo spinge a togliergli la vita.
TROILO ED ACHILLE : UNA STORIA “SCOLPITA” IN DIVERSI LUOGHI
Troilo e soprattutto la sua nemesi Achille, sono protagonisti in alcuni dei reperti più belli sul suolo italico arrivati fino ai giorni nostri e la loro storia è raccontata quasi sempre in contesti sanguinosi, tralasciando quelli che vedevano Achille invaghito del giovane troiano.
Già a Tarquinia, tra il 540 e il 530 a.C. un pittore affrescò la Tomba dei Tori, nella Necropoli dei Monterozzi, fra le due porte della parete di fondo dell’atrio, con la raffigurazione dell’agguato, come narrato nei Cypria nei pressi di una fontana vicina le Porte Scee.
È dello stesso periodo un’anfora etrusca del gruppo pontico rinvenuta a Vulci, oggi al Louvre in cui sono rappresentate le scene dell’inseguimento e dell’agguato presso la fontana, in questo caso con la presenza della sorella di Troilo, Polissena.
E la scena è ripetuta in uno dei capolavori assoluti dell’arte greca giunta in Italia, quel Vaso François – per via del nome del suo scopritore, che fu anche colui che rinvenne l’omonima tomba a Vulci – firmato dal vasaio Ergotimos e dal pittore Kleitias, da Vulci oggi al Museo Archeologico Nazionale di Firenze che tra la serie di racconti della mitologia greca, riporta la scena dell’agguato.
La fisionomia, comunque, rimane quasi sempre la stessa: Troilo viene sempre raffigurato come un giovanotto imberbe, o nudo o coperto da una tunica, come la scena riportata su uno scudo prodotto tra la fine del VII e la metà del VI secolo in cui un guerriero armato, immola su un altare un giovanotto nudo.
GERMANICO, TROILO E ACHILLE: EROI MORTI IN GIOVENTÙ
Sembra quasi sequenziale trovare sulla lorica del Germanico di Amelia una scena che va a rimarcare da un lato la potenza in battaglia del mito dei guerrieri greci, dall’altro l’atroce morte prematura di due figli di quella Ilion che diede le origini, attraverso a Enea e secondo il mito, a Roma e, quindi, a Germanico stesso.
MOSTRA “GERMANICO CESARE… A UN PASSO DALL’IMPERO”
La mostra-installazione “Germanico Cesare… a un passo dall’Impero”, inaugurata il giorno della morte del generale romano è stata prorogata sino al 24 maggio 2020.
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